Nella produzione di carte e cartoni si utilizzano sostanzialmente due tipi di materiali:
- materiale fibroso;
- sostanze chimiche di natura inorganica e organica: gli additivi ed ausiliari chimici.
Inoltre è in continuo aumento la percentuale di carta riciclata che viene utilizzata nella produzione di carta e cartoni.
Il materiale fibroso è sotto forma di pasta meccanica, termomeccanica, chimica e semi-chimica, a seconda del processo con cui viene ottenuta la “pasta” a partire dalla fibra di legno. A tutt’oggi il tipo di pasta più usata è la pasta chimica, cioè ottenuta con trattamento del legno con agenti chimici (bisolfiti, solfati, soda).
Gli additivi e ausiliari chimici vengono così definiti:
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additivi: sono sostanze chimiche che vengono introdotte a far parte dell’impasto fibroso, allo scopo di conferire alla carta finita determinate caratteristiche di resistenza meccanica, fisica, agli agenti atmosferici, all’umidità, ai grassi, caratteristiche ottiche ed estetiche, di stampabilità ed altre ancora. Gli additivi possono essere aggiunti all’impasto ancora in fase umida (in tal caso si parla di internal or wet end addition), oppure sul foglio finito di carta dopo essiccazione completa o parziale (surface or dry end addition);
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ausiliari di fabbricazione: sono sostanze chimiche che agevolano le condizioni operative del processo, eliminando o, quanto meno, riducendo eventuali problemi tecnici che si possono presentare nelle diverse fasi del processo di produzione della carta e/o migliorando l’economia del processo stesso. In generale gli ausiliari non compaiono nella composizione finale della carta o del cartone, in quanto non restano incorporati nella pasta fibrosa; esistono però delle eccezioni, infatti alcuni ausiliari formano legami stabili col supporto fibroso.
La distinzione tra additivi e ausiliari, tuttavia, non sempre è così netta, in quanto, in alcuni casi, lo stesso prodotto chimico può fungere sia da additivo che da ausiliario; inoltre, come sopra accennato, alcuni ausiliari chimici entrano nella composizione finale della carta, poiché formano legami stabili col supporto fibroso.
L’industria cartaria europea è autosufficiente per quanto riguarda le materie prime fibrose – tra cui una delle più importanti è la carta riciclata – e concentra la sua produzione in primo luogo sui prodotti ad alto valore aggiunto, in particolare carta per usi grafici e cartoni di prima qualità.
La chimica entra nel processo cartario in quattro fasi distinte che riguardano la produzione di paste da legni e da piante annuali, la formazione del nastro umido e la finitura del foglio di carta, il riciclo dei materiali cartari. La fase più importante del processo produttivo è certamente la fase umida in cui vengono utilizzati molteplici prodotti chimici che sono, sia in termini qualitativi che quantitativi, alla base del risultato finale. In questa fase sono prioritarie le conoscenze delle proprietà morfologiche, strutturali e chimico-fisiche delle fibre unitamente alle caratteristiche elettrocinetiche dell’intero sistema produttivo. Il processo cartario necessita d’innovazione continua e di un sempre più intenso intervento dei prodotti della chimica fine, specialmente in paesi come l’Italia dove l’assoluta mancanza di materie prime convenzionali, unitamente a problemi energetici, rende la permanenza dell’industria cartaria sul territorio sempre più problematica. Gli ausiliari chimici giocano un ruolo fondamentale nel processo di fabbricazione della carta, non solo in termini quantitativi, ma anche come responsabili del risultato del prodotto finale.